DELTA DEL PO,  RAVENNA E DINTORNI,  SCOPRI LA ROMAGNA

Villanova di Bagnacavallo: un paese dipinto

Villanova di Bagnacavallo, nel cuore della “Bassa Romagna”, è un esempio di caparbietà e di creatività romagnola. Un paese dipinto tutto da scoprire attraverso la street-art.

Villanova si trova a circa ad 8 km da Bagnacavallo nel cuore della Bassa Romagna.

Questa piccola frazione, che si sviluppa su una sola strada, è stata “casa” del celebre maestro di teatro e attore Ivano Marescotti, ma anche di altri personaggi che si sono distinti nello sport e nella musica.

Come il calciatore Stefano Torrisi, l’ex pallavolista Giacomo Sintini, il maestro Mauro Vergimigli o Andrea Morelli il chitarrista di Cesare Cremonini.

Non serve, però, essere solo famosi. Questo paesino sembra proprio essere un insieme di talenti e velleità artistiche tutte insieme nello stesso posto, come chi è specializzato nella creazione di aquiloni, chi in opere d’arte all’uncinetto, chi nell’intreccio delle erbe palustri come il giunco e la canna, ma anche nel disegno o nell’imprenditoria.

Villanova di Bagnacavallo: un paese dipinto

Villanova di Bagnacavallo dal 2022 strizza l’occhio al colore. Quello pastello o quello più saturato, ma che sia, in ogni sua declinazione espresso su un muro.

Il piccolo paese romagnolo, che è inserito all’interno del Parco del Delta del Po, è un tripudio di sfumature che ne racconta la storia. Disegni sui muri che manifestano la loro natura ribelle e spontanea per veicolare un ordine cromatico di emozione e di racconto.

Grandi e piccoli, più sfumati o più decisi, ognuno rappresenta a modo suo la tradizione, il percorso e il futuro del paese.

Il percorso di street-art, portavoce di trasformazione, cambiamento e memoria, rappresenta una vera e propria esperienza culturale manifestata. La civiltà contadina, la vita di palude o di bonifica, i personaggi bizzarri del paese, i mestieri di “una volta”, gli animali come l’airone e lo scoiattolo. Gli omaggi ad Ivano Marescotti, l’”amarcord” della recente alluvione fino al borghetto dei Murales che si vede anche passeggiando sull’argine del Lamone.

Gli artisti che stanno colorando i muri si confondono tra le vie della cittadina. Ormai non sono solo quelli investiti da un incarico ufficiale, ma sono i cittadini stessi a prendere il pennello in mano senza più confini tra pubblico e privato. Come Valentino, che un disegno alla volta ha creato il piccolo borgo di cui vi parlavo.

Il progetto promosso dal gruppo di volontari Gente, che posto!’ ad oggi conta circa 31 murales con progetti di espansione continua.

Come vederli tutti?

Ecco le mie indicazioni per creare un percorso ideale e cominciare il vostro cammino tra queste memorie cromatiche

Villanova di Bagnacavallo: il percorso

Parcheggiate la macchina al parcheggio pubblico vicino alla Caserma dei Carabinieri in Via Glorie.

Poco distante da qui è possibile vedere il primo murale. Al numero 166 portate lo sguardo verso l’alto per vedere un airone dai color terra proprio su un muro accanto alla caserma.

Ritornando leggermente indietro, si prosegue, per incontrare tre opere una vicina all’altra: il falegname e il suo cane, il murales sulla raccolta delle erbe palustri al tramonto e “I fenicotteri dal becco rosa”, simboli del Delta.  

Continuando dritto, quasi all’altezza della Piazza Tre Martiri si trova la Traversa Errani con “Tipi di Villanova”.

Un disegno in bianco e nero che racconta la storia di tre personaggi orgogliosamente “matti”, amanti delle osterie e del buon vino. Storie bizzarre di chi venne, addirittura, scelto da De Sica per interpretare un film con la Loren.

Arrivati in piazza è possibile vedere il murales dell’edicola solo se la saracinesca è abbassata, ma basta spostare lo sguardo verso sinistra per vedere un’altra bottega colorata.

Si tratta della vecchia merceria, ormai in disuso, trasformata in Bottega d’Arte. Un luogo in cui vengono organizzati eventi ad hoc come le “Chiacchierate d’arte”.

Dalla piazza svoltate verso destra per arrivare alla piazzetta del mercato, Piazza Matteucci. Subito sulla destra troverete le vecchie scuole.

Sopra la porta principale c’è un paesaggio palustre e proprio accanto se ne trova uno dedicato agli aquiloni. Non solo perché è il simbolo dei giochi semplici di una volta, ma perché Villanova ha un Festival dedicato che si svolge ad inizio giugno.

Proseguendo verso Largo Tre Giunchi, sulla destra c’è un tripudio di rose bianche che si contrappongono al rosso di un tramonto sul Delta, mentre di fronte, quello intitolato “Le case fiorite”, spicca tra una macchina parcheggiata e una bicicletta.

Quest’ultimo murales è stato dipinto su un muro simbolico: ingresso di una residenza per anziani autosufficienti. Un luogo di quotidianità e di aggregazione per sentirsi meno soli.  

Percorrendo Via Della Chiesa al 43, si incontra “La Nunzieda” dai toni delicati color pastello che intreccia le erbe palustri. Ennesimo tributo a questa tradizione.

Prima del cimitero dei canadesi girate a destra per arrivare al parco pubblico. Qui, si trova il mio murales preferito: lo scoiattolo con il monopattino.

Proseguite verso il Museo delle Erbe Palustri, anch’esso con un murales all’esterno, per superare poi l’incrocio dove vedrete una casa con due dipinti dedicati alla vita palustre: uno sulla porta e uno sul muro laterale.

Prendete la sinistra e proprio di facciata troviamo uno dei nuovi arrivati: “l’escavatorista” tutto in bianco e nero. Omaggio a chi abita la stessa casa in cui è stato dipinto.

Dritto da questa strada si torna alla strada “maestra” che non si chiama più Via Glorie, ma Strada Villanova Superiore.

Qui, work in progress (al momento della stesura dell’articolo) è possibile vedere il murales più grande di tutti. Un capolavoro omaggio al mondo Disney, che mette sul muro non solo i colori, ma anche espressioni materiche che sembrano letteralmente diventare realtà. Come le tazzine di Alice del paese delle meraviglie, i bulloni dell’omino di latta del Mago di Oz o la tinta luminescente della luna di Peter Pan.

Avanti di qua, ne troverete ancora tantissimi, tra cui quelli dedicati ad Ivano Marescotti che sanno emozionarmi ogni volta che li vedo.

Troviamo poi “Il carretto dei cocomeri”, il tributo  ai calzolai “Charlotte e Chichí”, quello dedicato agli “Angeli del Fango” e alla recente alluvione fino al borghetto dei Murales, un’abitazione privata. Qui, Valentino, ha scoperto la sua vena artistica trasformando il suo giardino in un’esplosione di colori, ma anche i muri dei vicini. I fenicotteri e le “Azdore Nasone” li ho amati a prima vista. Per vederli dovrete entrare nel cortile.

Continuiamo dritto, sulla vostra sinistra troverete “La ragazza con le pesche” dai color pastello che omaggia i peschi in fiori che caratterizzano le campagne romagnole. Si arriva fino al Museo Casa Pilotti dove trovate due murales sulla fiancata laterale tra cui “Ci pieghiamo, ma non ci spezziamo”, proprio come i giunchi al vento, simbolo del paese e della resistenza.

Poco più avanti è possibile vedere il murales che ha inaugurato il progetto: “la vecchia cabina del telefono”.

Per concludere il giro ad anello, tornate indietro fino ad arrivare alla traversa Cà Lunga, da qui salite sull’argine del fiume Lamone e percorrendo il fiume tornerete alla Caserma dei Carabinieri.

Non solo avrete un altro punto di vista della città, ma scendendo all’altezza della traversa Marangoni vedrete l’ultimo murales del percorso “La finestra”.

A fianco delle opere troverete un Qrcode: inquadrandolo, sarà possibile leggere una breve descrizione dell’opera, la storia e la biografia dell’artista.

Villanova di Bagnacavallo: panchine d’autore

“Panchine d’autore” è un altro progetto villanovese che rientra nell’ambito dell’iniziativa “Villanova Panc’. Già il nome ha detto tutto!

Anche in questo caso, l’ obiettivo è la riqualificazione volta ad abbellire e colorare le vie del paese, ma non solo. Ogni elemento viene pensato per dialogare con lo spazio urbano e con la sua storia.

Le panchine d’autore, così, come i murales, sono un filo di narrazione, una vera realtà aumentata che si fa portavoce di messaggi importanti come quelli contro la violenza sulle donne.

Un esempio è anche quella davanti al cimitero dei canadesi all’altezza del parco urbano. Questa è dedicata ad un capotribù pellerossa che, durante la Seconda Guerra Mondiale, è caduto insieme ad oltre cento soldati tra il 10 e l’11 dicembre del 1944, sepolti qui.

Villanova di Bagnacavallo: installazioni

A Villanova di Bagnacavallo si possono anche intravedere qua e là delle installazioni fiorite. Le volontarie dell’Associazione “FiliFiori” sono delle “master and commander” in fatto di uncinetto.

Nella piazza principale, proprio sopra un’abitazione abbandonata e decadente è stata installata una cascata di oltre 4000 fiori primaverili che scendono dal tetto fino a terra. Aguzzate bene la vista perché i fiori non sono solo in piazza, ma appaiono di tanto in tanto sopra alberi e cancelli!

Chi fa capolino tra le fronde e tra le foglie del parco urbano non sono solo opere fatte a mano, ma anche dei dispettosi “Mazapegul”.

Chi sono i Mazapegul?

Appartenenti alle leggende romagnole, si narra essere dei folletti birichini un po’ burloni che amano gli scherzi e gli ambienti umidicci. Alcune testimonianze raccontano che a Villanova di Bagnacavallo ce ne sia ancora un esemplare e per questo sono state installate due casine proprio qui.

In passato, il parco fu l’ultima area bonificata, quella più umida, ecco dunque che se c’è un posto in cui il Mazapegul si diverte a stare è proprio questo!

Riuscirete a vederlo? Chissà se la leggenda dice il vero!

Non voglio raccontarvi oltre perché per saperne di più dovrete arrivare fino a Villanova di Bagnacavallo!

Vuoi scoprire itinerari e spunti per scoprire il Delta del Po? Clicca qui sotto per leggerli tutti!

Articolo scritto in collaborazione con GAL Delta 2000.Leader Mis.19.2.02.14B.4 DESTINAZIONE TURISTICA DELTA DEL PO – PSR Emilia-Romagna 2014-2020/25.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *