Goro è una terra di mezzo a tutti gli effetti tra Emilia Romagna e Veneto, tra acque dolci e acque salate, tra mare e fiume, tra terra e acqua.
Goro è una piccola e sonnacchiosa cittadina di valle, dove tutto scorre tranquillo tra canneti e voli d’airone.
Il giorno viene scandito dalle barche che partono vuote e che tornano piene di vongole, del resto ne è la capitale. A tratti, potrebbe tranquillamente essere l’ambientazione ideale per un romanzo corale dai toni simili a quello dei “Malavoglia”.
Paese di pescatori, ma anche di tesori nascosti Goro è uno di quei luoghi ancora remoti che sanno stupire per la loro semplicità ed autenticità.
Una natura rigogliosa e dalle particolarità uniche che rendono questo posto fiero di riconquistare quel pezzettino di mondo che gli appartiene, ovvero il Delta del Po.
Per scoprire questo paesaggio suggestivo la cosa migliore è lasciare la fretta e godersi questa destinazione all’insegna di un turismo lento e prettamente naturalistico.
Vi guiderò in un itinerario diviso tra due segmenti principali così come lo è il territorio stesso, ovvero esperienze di terra ed esperienze di acqua.
Quindi appassionati di fotografia, di weekend all’aria aperta e di bicicletta, si parte!
Cosa troverai in questo blog post
Goro e Gorino: esperienze di terra
Riserva naturale Gran Bosco della Mesola: il bosco che confina con il mare
Il bosco della Mesola che si estende su una superficie di 1058 ettari è l’ultimo bosco di pianura sabbioso, perché dove ora vedete una distesa verde un tempo c’era il mare. Di questi, solo 120 ettari sono aperti al pubblico. La parte chiusa può essere accessibile solo se accompagnati da una guida specializzata, ma solo in determinati periodi dell’anno (tendenzialmente maggio-giugno).
La visita guidata è quella più completa poiché l’esperto che sarà con voi vi racconterà in maniera dettagliata non solo della flora e della fauna, ma anche della storia del bosco e delle sue trasformazioni nel corso degli anni.
Sapete qual è la particolarità?
Il bosco della Mesola è abitato da una delle due uniche specie autoctone italiane di cervo, infatti è lui il vero Re di tutta la questione. È proprio durante gli avvistamenti del cervo “di radura” che Stefano, la nostra guida preparatissima, ci ha raccontato diverse particolarità di questa specie, tra cui il ciclo dei “palchi”, chiamati volgarmente corna, presenti solo negli esemplari maschi.
Il palco, che deriva da “impalcatura”, risulta diverso da quello palmato dei daini, specie presente anch’essa nel bosco introdotta anni orsono dai duchi d’Este per la caccia.
Durante la visita in pulmino si fanno altri due stop, l’accesso al Centro Visite dove vedrete infografiche e pannelli sulla vita del cervo e il “Parco delle Duchesse”: una radura erbosa e sabbiosa di formazione spontanea in cui le nobildonne di corte facevano il loro “bagno di natura” al profumo di timo selvatico, ancora presente.
Nella parte visitabile in autonomia si può accedere a piedi o in bicicletta.
Per informazioni sulle visite guidate anche in notturna in cui poter sentire il bramito dei cervi in accoppiamento (aprile-maggio) potete scrivere alla mail: info@aqua-deltadelpo.com
Marina di Goro: il porto turistico
Una volta finita la visita nel bosco in bicicletta potrete risalire un sentiero che delimita il mare.
Alla vostra destra avrete la Sacca di Goro, mentre sulla sinistra il “boscone”. Si tratta di un pezzo della pista ciclabile Goro-Volano dal fondo sabbioso, delimitata da due cancelli apribili in autonomia. Seguendo la strada arriverete al Porto Turistico recentemente qualificato, chiamato la “Marina di Goro”, che io ho letteralmente adorato.
In questo porto troverete diversi pontili divisi tra pescatori sportivi, velisti e “vongolare”: le barche utilizzate per andare “a vongole”. In pochi metri troverete tutto quello che caratterizza questa città scandita dai ritmi del mare e delle maree.
Vedrete alcuni cantieri navali, la sede di “Passione Mare Goro” diretta dal Presidente Gianni Barini e i velisti in erba della scuola barca a vela “Lega navale Ferrara”, maestralmente guidati dal maestro Vivian Rubiani.
Il motto della Marina di Goro è: “dovremmo avere tutti una vita vista mare”, di sicuro ce l’ha il ristorante “La Cambusa” chiamata ironicamente tra i local “la terrazza Martini di Goro”. Salvatore e Asia sono due ragazzi “svelti”, per dirla alla romagnola, che con entusiasmo, creatività e determinazione gestiscono il posto, dove potrete mangiare pesce fresco in piatti della tradizione rivisitati con cura minuziosa dallo chef Vincenzo Lunetta che ha creato le “chips di vongole”.
Goro Bike: Goro-Volano e la Destra Po
Goro e Gorino sono il punto di partenza ideale per un percorso in bicicletta.
La Destra Po è una delle piste ciclabili più lunghe d’Italia, 125 km. Il pezzo che percorrete qui è la Goro-Murina adatta a tutti perché pianeggiante e comoda. Una pedalata piacevole che vi accompagnerà a scoprire la biodiversità della zona in un silenzio naturale quasi surreale.
Alla vostra sinistra, l’Oasi della Valle Dindona con i suoi cigni bianchi e poco più avanti uno degli ultimi 3 rimasti: il ponte di chiatte. Un ponte mobile ancora oggi attivo che divide Emilia Romagna e Veneto dalla costruzione bizzarra con barche legate tra loro, costruzione tipica del Delta del Po. Il passaggio sul ponte è gratuito per bici e pedoni.
Goro e Gorino: esperienze di acqua
Naviga con la Motonave Principessa
La motonave Principessa è una delle istituzioni del territorio. Un modo piacevole per navigare sul delta in un modo molto suggestivo soprattutto se fatto nella Golden Hour.
Gli itinerari sono principalmente tre a seconda delle condizioni del mare. Tra le proposte troverete quello che risale dolcemente le acque della Valli di Gorino, la sacca di Goro, fino a costeggiare l’Isola dell’Amore con il suo faro e le valli vicine. La cosa incredibile è che dalla barca riuscirete a vedere la magia che compiono i due diversi tipi di acqua nel mescolarsi: il colore più verde dell’acqua di fiume e quella più blu dell’acqua di mare, quasi in una riga netta.
È possibile pranzare a bordo, organizzare feste ed eventi privati, tra cui anche matrimoni. Oppure cenare al tramonto in un’atmosfera incredibilmente romantica. Durante la navigazione nel primo tratto il comandate della barca vi racconterà la caratteristica e la peculiarità del territorio circostante tramite l’altoparlante per arrivare a tutte le persone presenti.
Tenetevi aggiornati sulle varie attività sul loro sito ufficiale motonaveprincipessa.it oppure telefonate al 339 6274052 o una mail a info@motonaveprincipessa.it
Goro: capitale della vongola
Goro è una delle filiere più importanti d’Europa e del mondo della produzione della vongola. Più del 60% della produzione italiana e più della metà di quella europea viene da qua.
A Goro ci sono circa 1300 pescatori e circa un terzo della sacca è dedicata alle concessioni delle cooperative deputate alla raccolta delle vongole. Durante i giri in barca, ma anche direttamente dalla Marina di Goro, potrete vedere gli “orti” delimitati da paletti sottili che si differenziano da quelli più grossi che indicano la strada per le barche. Per me è ancora un mistero capire come fanno a riconoscersi gli uni con gli altri, ma ognuno ha i suoi segreti del mestiere.
Il mondo dei pescatori è una realtà affascinante che vale la pena conoscere se raccontata da chi lo vive quotidianamente. Una vita dedita alla passione del mare scandita dalle stagioni, dai moti delle barche e da quelli del vento.
Il modo migliore per vederli al lavoro è recarsi alla Marina di Goro o al porto di Gorino e subito dopo gustarsi un piatto di spaghetti con le vongole!
Le lanterne di Goro
Forse qualcuno sa che a Goro c’è un faro, ma forse non tutti sanno che non è l’unico.
Un giro in motoscafo accompagnati da un pescatore consente di arrivare negli angoli remoti nel bel mezzo dei canneti tipici di queste acque promiscue. Dal Porto di Gorino navigherete verso la Lanterna Vecchia, il faro distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale.
Cosiddetto “semaforo”, questa lanterna illuminava la via dei marinai e, ragionando sul fatto che i fari solitamente sono la punta più estrema di un territorio, ben presto capirete quanto si è modificato l’ambiente nel tempo.
È il posto ideale per fare birdwatching: Beccaccia di mare, Cavaliere d’Italia, Aironi e tanto altro. Vale il discorso fatto prima: reflex e binocolo alla mano per la vostra “caccia fotografica”!
Il giro prosegue poi per l’highlights tanto atteso: il faro e la spiaggia selvaggia dell’Isola dell’Amore nella quale nidificano moltissime specie di uccelli. Il faro di Goro è uno dei pochi fari a non essere su una scogliera, ma sulla sabbia e solo per questo lo rende unico nel suo genere.
Potrete recuperare maggiori informazioni sul sito escursioni nel delta oppure sul sito della motobarca Carcana adatta anche ai bambini.
Dormire in un faro
Sull’Isola dell’Amore potrete realizzare un sogno se questo è presente tra i tanti del vostro cassetto: ovvero dormire in un faro appena riqualificato dopo oltre 5 anni di lavoro. Al faro di Goro è possibile pernottare, sono 5 le stanze con bagno privato e una vista oltre lo “Scanno”.
Le tariffe comprendono la prima colazione e la spiaggia, mentre per pranzare o cenare si può scegliere tra il “beach bar” che offre piatti più smart come il fritto misto o il ristorante all’interno, provvisto di un menù differente.
Se non avete voglia di stare sotto un ombrellone, potete sempre optare per la spiaggia libera accanto. Caratterizzata da rami e tronchi portati a riva dalla marea, sembra quasi un paesaggio “burtoniano”.
Il faro di Goro è una location insolita ed esclusiva, inserito nelle “rete dei fari d’Italia”.
Al faro si può arrivare con il traghetto da due punti diversi: dal bacucco e dal porto di Gorino “Marinai d’Italia”, verificate gli orari. Per prenotare la vostra stanza potrete chiamare direttamente il numero 0533-778608. Non è ancora presente un sito ufficiale, il faro è stato restaurato da pochissimo!
Quello che più stupisce di Goro e Gorino sono le persone e l’entusiasmo che riescono a trasmetterti quando raccontano del loro mare e della loro terra. E’ la passione il motore di tutto e una profonda operosità che rende questo luogo autentico e vero.
Volete scoprire da dove deriva il nome Isola dell’amore? Resta solo una cosa da fare, andare a Goro, cercare e fare questa domanda al signor Odino Passarella.
Come si dice a Goro, “Buon vento”
Articolo scritto in collaborazione con il Comune di Goro e Visit Goro-Gorino a seguito del Blog Tour “Un po di Goro”.
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