Edita da Ediciclo Editore la collana “Piccola Filosofia di viaggio” racchiude gioielli da conservare con cura. “Il sogno delle mappe” di Paolo Ciampi: piccole annotazioni sui viaggi di carta.
Si parla spesso di “andare fuori strada” o di “stare dentro la rotta”. O ancora, di “perdere la bussola” o “mantenere la direzione”.
Nel piccolo libro “Il sogno delle mappe” di Paolo Ciampi, edito da Ediciclo Editore troverete un breve racconto sulla semantica degli strumenti per eccellenza del viaggiatore: le mappe.
Quale valore hanno le linee di navigazione che hanno costruito immaginari di colonizzazione e di potere? Come hanno creato sin dall’antichità, curiosità, aspettativa e scoperta? Ma soprattutto, come il digitale ha trasformato il nostro rapporto con la geografia?
Le mappe, le guide, i taccuini e i quaderni di viaggio fanno parte di tutto ciò che un viaggiatore si prepara prima di partire. Materiali essenziali che uniscono due azioni imprescindibili per un esploratore: la lettura e la scrittura. Non è altrettanto vero che ognuno di noi, chi in un modo chi nell’altro, prima di partire fa la stessa cosa?
Prendere in mano la guida del prossimo viaggio e un quaderno per cominciare ad annotare le “rotte” è il primo passo per iniziare a costruire il mio viaggio, il mio itinerario, direttamente dal divano. La mappa aiuta a creare non solo collegamenti fisici di spazio e di tempo di percorrenza, ma anche percorsi mentali, accorciando le distanze e sviluppando l’immaginazione. Le mappe, così come le guide, hanno nel loro intrinseco un potere tanto seducente che le potrei paragonare alle sirene per Ulisse.
Non so se anche a voi è capitato, ma vi ricordate le cartine politiche e geografiche appese al muro della propria classe alle scuole medie?
Quante volte mi ci sono persa, quante volte sfogliando l’atlante e girando il mappamondo abat-jour rigorosamente anni 80, ho immaginato mondi lontani, persone, confini e misteri. Allora ero tredicenne e il viaggio era una cosa davvero molto lontana. Mi soffermavo sulla parola Singapore, che nome affascinante, pensavo. Continuavo a fissare quel gruppo di nove lettere così musicale, immaginandomi chissà quali meraviglie, ignara del fatto che dopo 25 anni a Singapore ci sarei andata davvero.
“Dal mappamondo all’atlante: ovvero un pianeta che potevo sezionare (…). Ognuna di esse era una destinazione che un giorno sarebbe stata mia e che nel frattempo accendeva il motore della fantasia”
“il sogno delle mappe”- Paolo Ciampi
Oggi le cose sono un po’ diverse.
Se è vero che continuiamo a sfogliare guide di carta, dall’altra parte Google Earth e Google Maps sono i “posti” che spazzano via tutto.
Non ci basta leggere di itinerari, vogliamo sapere già tutto prima, vogliamo anticipare i tempi, essere preparati per non perdere niente se fossimo solo più distratti. Guai lasciare le cose al caso. In poche parole, siamo già nella destinazione senza nemmeno prendere l’aereo o faticare con i pensieri: un po’ come guardare il film de “Il signore degli anelli” perdendosi il gusto della lettura e dell’immaginazione.
Ieri alla luce calda delle candele, oggi alla luce fredda di un tablet.
Questo piccolo libricino va via veloce, come tutti quelli che fanno parte della collana “Piccola Filosofia di viaggio”. Una scrittura asciutta dal tono malinconico, lo stesso che si ha nel riguardare la mappa di un viaggio già fatto o magari quella di uno “sfumato” o “saltato”.
Io questa malinconia la sento quando rileggo i miei diari di viaggio o quando con il dito scorro tutte le guide appoggiate sopra la libreria.
L’usura, gli scarabocchi, le orecchie alle pagine sono tutti segni che raccontano come il viaggio è passato di li. Un esempio?
Ho una mappa di Dublino a cui sono molto affezionata. È accartocciata, quasi rachitica, si potrebbe discutere su quanto essa sia rovinata, ma in realtà è molto preziosa così. Ricorda l’acquazzone che mi ha sorpresa quel giorno a Temple Bar e fa da monito sul fatto che, forse, in Irlanda è meglio non uscire senza avere un ombrello!
“Mi piace pensare che le mappe siano così strettamente legate alla storia. Mi piace pensare che in ogni caso esprimano una delle doti che ci rende più capaci di stare al mondo: la curiosità. Ogni mappa è un racconto di spedizioni, riconoscimenti, scoperte. Ogni mappa si misura con l’incompletezza”
“Il sogno delle mappe – Paolo Ciampi
Sempre edito da Ediciclo Editore, leggi la recensione di “L’arte di perdere tempo”.