Continua il racconto di Marco & Federico alla scoperta degli States on the road in 63 giorni. Dalla costa atlantica alle pendici delle Great Smoky Mountains
Dopo aver visitato Washington e il Midwest partiamo dalla costa atlantica fino alle pendici delle Great Smoky Mountains per proseguire il nostro viaggio.
Cosa troverai in questo blog post
Dalla costa atlantica alle pendici delle Great Smoky Mountains: itinerario
15 GIORNO: Williamsburgh downtown e Busch Gardens
16 GIORNO: Morris Farm Market e Outer Banks
17 GIORNO: Carowinds Park e Chimney Rock
18 GIORNO: Dollywood
19 GIORNO: Great Smoky Mountains
20 GIORNO: Dollywood
21 GIORNO: Verso Nashville
22 GIORNO: Memphis
Dalla costa atlantica alle pendici delle Great Smoky Mountains
Dalla costa atlantica alle pendici delle Great Smoky Mountains: Williamsburg e Busch Garden
Giorno 15. Williamsburg: la sveglia suona ma non servirebbe, le partenze all’alba sono ormai entrate nel nostro metabolismo. Caricate le valigie sul nostro instancabile bolide, raggiungiamo il centro della cittadina storica per una piacevole passeggiata in cerca di una Bakery in cui fare colazione.
La troviamo, si chiama “Blackbird Bakery” e con la sua location in piena zona coloniale assaporiamo le sue leccornie e poi ci concediamo una bella passeggiata tra gli edifici storici. Menzione d’onore per la torta al latte caldo, corposa e profumata.
Williamsburg, così come gran parte delle zone circostanti, fu teatro delle principali battaglie della guerra d’indipendenza americana ed esistono moltissime possibilità di entrare a contatto con la storia negli innumerevoli siti turistici. Il centro del paese è stato completamente organizzato per il turismo e, previo pagamento di un biglietto, è possibile entrare nei vari edifici dove si susseguono rievocazioni storiche.
Travel Tips: per visitare Colonial Williamsburg esistono biglietti da uno a tre giorni di visita o, addirittura un abbonamento annuale. Con il biglietto si ha l’accesso a tutti i siti storici, ai due musei, ai negozi, alle rappresentazioni, e allo shuttle service.
Esistono altri due tipi di biglietti cumulativi. L’ America’s Historic Triangle Ticket che prevede: la visita a Colonial Williamsburg, l’insediamento di Jamestown e a Yorktown, il museo sulla rivoluzione americana e il famoso campo di battaglia, celebre per essere stato teatro dell’episodio finale e decisivo che vide l’alleanza franco-americana avere la meglio sull’esercito inglese. Esiste infine il Williamsburg Flex Ticket che a tutto questo aggiunge i due parchi a tema Busch Gardens Williamsburg® e Water Country USA® per 7 giorni consecutivi, parcheggi inclusi.
Noi abbiamo poco tempo e, chi vi scrive aveva già provato in passato l’esperienza, quindi ci limitiamo ad una piacevolissima passeggiata tra gli edifici storici, tra negozietti curati, ed in poche ore siamo pronti per la prossima tappa, il Busch Gardens Williamsburg.
Con le sue imponenti attrazioni, le sue tematizzazioni curate e soprattutto uno splendido scenario di rigogliosa natura, è uno dei parchi principali nel panorama statunitense. Ci regala una giornata di incredibile divertimento.
Degni di nota Verbolten e Griffon, due opere d’arte nel campo dei roller coaster. Il punto di forza del parco è proprio questo: la consapevolezza di aver provato quelle che sono alcune delle migliori montagne russe mai costruite. Un must per gli appassionati del genere.
È l’alba di un nuovo giorno, i cereali nel buffet colazione del motel sono fluorescenti come di consueto, siamo ancora negli “States”, che la giornata abbia inizio.
Dalla costa atlantica alle pendici delle Great Smoky Mountains: dalle Outer Banks fino a Chimney Rock
Oggi toccheremo il punto più a sud est del nostro itinerario per poi cambiare rotta verso le zone centrali.
La prima tappa è una bellissima fattoria. Avete presente quelle super tipiche che nei film volano via al primo tornado che passa? Ecco, questa è così!
Il Morris Farm Market è un negozio di generi alimentari in puro stile country. Si possono trovare tantissime leccornie. Salse, condimenti, prodotti di pasticceria, frutta secca, dolciumi, frutta, verdura in barattolo, una piccola enoteca e un’ampia sezione dedicata a vari tipi di sidro. Sono presenti inoltre aree da pic nic e un piccolo bar. Il must però è lo shopping di prodotti lavorati da materie prime dell’agricoltura locale.
Ancora qualche chilometro da macinare e finalmente la vegetazione si fa sempre più paludosa condita da un inconfondibile aroma del mare, siamo nelle Outer Banks.
Le Outer Banks sono una sottile striscia di sabbia che si estende per gran parte della costa della Carolina del Nord. Le attrazioni sono molte, le cose da vedere altrettante e noi abbiamo un giorno solo. Decidiamo di visitare questa zona da nord a sud e, nonostante i tempi stretti, riusciremo a goderci anche un po’ di relax in spiaggia. Ma andiamo con ordine.
Da non perdere:
- Il Currituck Beach Lighthouse è un bel faro in mattoni e visitarlo al suo interno ci permette di godere di una splendida vista su tutto il territorio circostante. L’atmosfera è piacevole e la natura rigogliosa.
Travel Tips: i fari delle Outer Banks possono essere visitati previo pagamento di un biglietto di ingresso. Le gestioni sono separate e non ci risulta un biglietto cumulativo.
- Avalon Beach per goderci un meraviglioso sole di fine estate. Il clima è perfetto per il mare ed il più temerario di noi si butta con estremo godimento tra le onde dell’oceano. Lo seguo e, mi viene ben presto ricordato che di oceano si tratta, da una delle più grandi meduse mai viste prima. Un essere gigantesco e policromatico che mi lascia impietrito e attonito. Come una gazzella terrorizzata, senza che un’infanzia passata in compagnia di Piero Angela abbia contribuito a rassicurarmi, volo fuori dall’acqua;
- Memoriale dei fratelli Wright, che qui per primi spiccarono il volo;
- Elizabethan Gardens, un giardino tributo ai primi coloni in perfetto stile inglese. Carino, ma forse un po’ trascurato;
- Cape Hatteras Lighthouse per un tramonto indescrivibile;
Giorno 17. Vista la nostra passione, anche oggi viene dedicata alla visita di un parco di divertimento Carowinds, ma purtroppo usciremo da questa giornata molto delusi. Veniamo un po’ messi alla prova in questa torrida giornata di fine settembre e nessun roller coaster, nonostante le imponenti dimensioni, ci saprà sorprendere. Ci ritroveremo stanchi, accaldati e insofferenti, per poi decidere di comune accordo che di tanto acciaio e tanto cemento non sappiamo più che farcene.
L’ultima tappa del giorno è la salita alla Chimney Rock, una formazione rocciosa con punto panoramico. Si può decidere di farla a piedi o di salire in ascensore, in ogni caso arrivati in cima avrete la possibilità di godervi delle belle vedute su tutta la valle del lago Lure.
L’atmosfera è piacevole e la vista merita, non è un posto da sogno ma iniziamo a ragionare che questo North Carolina torna ad essere interessante. Il territorio si increspa, la vegetazione si fa ricca e le montagne, a pochi chilometri dal confine col Tennessee, già profumano di Great Smoky Mountains.
È ormai autunno e nonostante il caldo continui a caratterizzare le nostre giornate, il tramonto sarà sempre una garanzia. Imparate a sfruttare tutto ciò, utilizzando le ore serali per ricaricarvi a dovere in modo da essere pronti per le fatiche del giorno seguente.
Dalla costa atlantica alle pendici delle Great Smoky Mountains: Dollywood e le Great Smoky Mountains
Dal 30 di settembre al 3 di ottobre decidiamo di dedicarci ad una zona che sogniamo di visitare da moltissimo tempo. Scegliamo la piccola cittadina di Pigeon Forge come alloggio e base di partenza per le nostre uscite, costruita dal niente e letteralmente invasa da attrattive turistiche di dubbio gusto.
Le Great Smoky Mountains sono il parco nazionale più visitato di tutti gli Stati Uniti. Molte delle località poste alle loro pendici, sono diventate nel tempo, agglomerati non proprio ben riusciti di strutture ricettive, ristorazione e “Tourist Trap”. Il trash è tanto, ma non ci lasciamo scoraggiare, dopotutto siamo a casa di Dolly Parton: la regina incontrastata del country mondiale che ha fatto dell’apparire eccessiva e super agghindata un suo punto fermo. Dolly Parton qui ci è nata ed è da sempre legata alla sua terra tanto da comparire molto spesso nei testi delle sue canzoni.
Proprio per questo, non possiamo non spendere la nostra prima giornata a Dollywood, il suo personalissimo parco dei divertimenti. Ricco di atmosfera, belle attrazioni, buon cibo, spettacoli, scenografie e tanta, tantissima musica.
Dollywood è un bel parco dei divertimenti, le attrazioni sono moderne e ben tematizzate, la location è lussureggiante e la natura è protagonista. Tra le viuzze curate, tra i negozietti di artigianato, i chioschi di prodotti locali, le golosità, gli spettacoli di musica country, si respira casa, arte, cura e famiglia.
Travel Tips: Per i parchi a tema in generale è sempre meglio prenotare online dal sito ufficiale del parco che si intende visitare. Quasi tutti i parchi offrono tariffe ridotte se si conosce il giorno di visita e alcuni di essi prevedono l’offerta “prima prenoti meno spendi”. L’autunno è il periodo dell’anno in cui è più semplice reperire sconti.
Nei giorni seguenti alterneremo Dollywood con i territori incontaminati delle Great Smoky Mountains un grande parco nazionale che come morfologia assomiglia moltissimo ai nostri Appennini, ma che ne amplifica i contenuti e le dimensioni.
Vedremo il nostro primo orso bruno in totale libertà e sarà vera emozione, capiterà di raggiungere belle cascate o incredibili punti panoramici. Ci penserà un poetico tramonto al Clingmans Dome a ricordarci quanto siamo fortunati, ci penseranno il piccolo orsacchiotto richiamato all’ordine da mamma orsa a darci un ultimo grande saluto e a congedarci. È un luogo magico che ha quel qualcosa che non si può descrivere a parole, ma che assomiglia moltissimo al caminetto acceso in una sera d’inverno.
Travel Tips: le Great Smoky Mountains sono l’unico parco nazionale che non prevede un biglietto d’ingresso. I percorsi dedicati al trekking sono infiniti e avrete l’imbarazzo della scelta. Fate con la vostra auto il loop “Cades Cove” e da qui potrete partire per diverse escursioni.
Dalla costa atlantica alle pendici delle Great Smoky Mountains: le città della musica Nashville e Memphis
Giorno 21. Nashville, sei golosa e poco più. La strada da Pigeon alla città della musica è monotona ma non troppo lunga, arriviamo giusto in tempo per fare brunch. Adoriamo ogni singola portata di “Biscuit Love” che fa, dell’impasto burroso dei biscuit (la versione americana degli scones) e del pollo fritto, i suoi assoluti must. Le ricette sono ghiotte, ben eseguite e tutto è estremamente curato, pur rimanendo fedele ad uno stile semplice, casalingo.
Assaggiamo due proposte salate estremamente gustose e ci innamoriamo dei “Bonuts”, delle frittelle di biscuit con crema di mascarpone agli agrumi su salsa ai frutti di bosco, se capitate da queste parti non perdetevele.
Non abbiamo voglia di chiuderci in musei, decidiamo quindi di visitare unicamente il centro.
Il “bello”, se così si può definire, si riduce alla passeggiata sulla parte finale della Broadway, famosa per i suoi locali dove ascoltare musica dal vivo. Ci intratteniamo scattando foto ricordo davanti al murale “WhatLiftsYou” che rappresenta due grandi ali bianche su sfondo nero decisamente instagrammabile.
Probabilmente Nashville è una città che ha da offrire molto agli estimatori dei generi musicali che qui sono nati, a noi dice poco o niente e dopo poche ore a zonzo riteniamo sia giusto continuare nel nostro viaggio. La prossima tappa sarà un’altra città della musica: Memphis.
Il food advisor che è in me prende il comando ed imposta il navigatore alla ricerca, come di consueto, della nostra Bakery quotidiana.
A Memphis siamo fortunati e la breve ricerca online viene premiata da un localino delizioso arredato con gusto, si chiama Muddy’s Bake Shop + Coffee, presente in due diverse location in città.
Noi raggiungiamo quello di Cooper Street in piena zona periferica e residenziale. Si presenta davanti a noi uno spazioso edificio in legno dai toni chiari, arioso, arredato con gusto, senza eccessi e con una proposta food and beverage di buonissimo livello. Assaggiamo due “pies”, mirtilli per me, cioccolato per lui, poi facciamo anche il bis, resteremmo qui per tutta la mattinata ma il programma è serrato, ci aspettano molte ore di trasferimento, quindi, come si direbbe in gergo da reality, “next!”.
Le cose da vedere a Memphis, oltre a Beale’s Street la strada principale fatta di locali e musica dal vivo, sono due: Graceland ed il Museo Nazionale dei Diritti Civili.
La prima è la casa natale di Elvis Presley, il secondo è un moderno allestimento che ripercorre tutta la storia dei diritti civili nei territori statunitensi dai tempi della schiavitù ad oggi. Non siamo grandi estimatori del capostipite della famosa mossa di bacino e i tempi ridotti ci obbligano ad una scelta, alla prossima Re del Rock.
Partiamo quindi con la visita al National Civil Rights Museum e subito ci rendiamo conto della qualità e del valore degli allestimenti. Questo museo, realizzato sfruttando in parte gli edifici del Lorraine Motel, luogo in cui trovò la morte Martin Luther King Jr. il 4 aprile del 1968, è un moderno viaggio nel tempo che ripercorre la lotta delle popolazioni afroamericane per la libertà e l’uguaglianza.
Nelle curate ambientazioni tanto spazio viene lasciato a King, ai suoi famosi discorsi, alla ricostruzione cronologica degli avvenimenti storici più importanti, ma tanto altro è riservato ad ogni tipo di discriminazione sociale passata e presente. Il museo è un susseguirsi di toccanti testimonianze e decise esortazioni alla pace e all’uguaglianza.
L’esperienza è indubbiamente interessante e allo stesso tempo commovente, vale la pena quindi effettuare la visita senza eccessiva fretta.
Il resto della giornata lo passeremo in macchina puntando a nord-ovest, mentre le campagne scorrono instancabili oltre il ciglio della strada e non possiamo che ritirarci silenziosi nei nostri pensieri. Il panorama che ci regala questo centro sud, siamo onesti, non è granché, spesso vince la desolazione alla natura ed una sensazione piatta in generale. Arriviamo a Branson in Missouri che è ormai buio e non ci resta che procurarci cibo in qualche dimenticabile fast food e ritirarci nel nostro motel.
Alla prossima puntata!
Ti sei perso le precedenti puntate di Stati Uniti del Nord. 63 giorni di On the Road?
Eccole qua:
Prima parte: da New York City al New England
Seconda parte: dallo stato di New York a Washington DC con un tocco di Midwest.
Alla prossima settimana!